Chirbes Rafael - 2013 - Sulla sponda by Chirbes Rafael

Chirbes Rafael - 2013 - Sulla sponda by Chirbes Rafael

autore:Chirbes Rafael
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788858819050
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2014-09-01T22:00:00+00:00


Ad Álvaro il licenziamento lo ha colto di sorpresa, anch’io sono stato preso alla sprovvista da quello che mi è arrivato addosso, o no? Lui si credeva che la ditta fosse qualcosa di scontato come la pelle che ti ricopre, non si è mai interessato a fatture, libri contabili o bilanci, e mi guardava con aria ironica quando mi lamentavo dei problemi e delle difficoltà, quando mi ritrovavo invischiato nei conti dei preventivi e dovevo fare i salti mortali per datare i pagamenti in modo da farli coincidere con gli incassi e non restare scoperto. Calcolare bene o sbagliare, guadagnare denaro o perderlo. Mi sono già sbagliato troppe volte facendo preventivi ai clienti da quando mio padre ha mollato questo incarico, e ci ho rimesso troppi soldi, tutto quel tempo a rifare i conti, somme, sottrazioni, moltiplicazioni, calcoli che mi risultavano eccessivamente complicati; e poi c’erano tutti quei fogli con disegni a mano, linee a matita, a penna, a cui si aggiungevano numeri sopra e sotto. Cliente: F. Delmar. Truciolato/6: 0,35 larghezza x 8,20 lunghezza. 2: 0,40 larghezza x 2,30 altezza. Il lavoro, come la famiglia, è un peso da sopportare, non c’è scampo, lo dai per scontato, la maledizione biblica a cui si cerca di trovare qualche lato positivo, visto che è irrimediabile: ti dici che sarà sempre così, la legge della vita, questa monotonia, ancor più se te la passi da oltre trent’anni rinchiuso nella falegnameria cinque giorni alla settimana per otto o dieci ore. Uscire con Joaquín, con Ahmed o con Julio a fare qualche lavoro esterno, una consegna, mobili da montare a domicilio, un armadio, uno scaffale, era un sollievo. Ogni tanto cercavo pretesti per poterlo fare. Non pensi mai che le cose non sono eterne e possano cambiare da un giorno all’altro. Come fai a immaginare che il tuo inferno possa cominciare quando credi di essere scampato alla maledizione di Jahvè, in un posto situato fuori dalle pagine del registro dei lavori da svolgere, dal blocchetto delle bolle di consegna, lontano dai macchinari e dagli attrezzi, e che risulti essere il contrario della maledizione biblica adattata ai nostri tempi: Non potrai guadagnarti il pane con il sudore della fronte. Un risvolto diabolico e inaspettato. Scopri l’irritante paciosità delle mattine senza sveglia, la giornata simile a una prateria che si estende fino all’orizzonte, tempo senza margini, paesaggio senza asperità, nessun gregge pascola in quella distesa infinita, non scorgi alcun edificio, o il profilo di un albero. Tu, da solo, che cammini nel nulla. L’inferno come magazzino senza mobili, silenzioso hangar in cui regna un vuoto tremendo. La maledizione divina del guadagnarsi il pane con il sudore della fronte finisce per apparirmi un piacere perduto, il suono della sveglia, l’acqua del rubinetto, la doccia, il gorgoglio della caffettiera, il rumore del traffico mattutino, il mormorio delle conversazioni al bancone del bar dove mangi un croissant, le voci nel capannone, le discussioni tra compagni di lavoro, il ronzio dei macchinari, il panino e la birra di metà mattina.



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